lunedì 21 marzo 2011

La Scarzuola - Il giardino della mente

C'è una pieve di campagna, che si narra sia stata fondata da San Francesco d'Assisi, dopo che nel 1218 vi dimorò costruendosi una capanna fatta con la scarsa, (pianta palustre, da cui il nome Scarzuola). Il Santo fondò il Convento piantando un alloro e una rosa creando una fonte della quale la gente porta ancora molta devozione. Nella piccola chiesa del convento è custodito un affresco della prima metà del XIII secolo, uno dei primi ritratti del Santo in levitazione.
Oggi La Scarzuola è un luogo incantato, trasformato dall'Architetto milanese Tommaso Buzzi, che acquistò il complesso conventuale nel 1957 per costruirvi una sua "città ideale". Il recupero del convento fu il primo atto del progetto di Buzzi; subito dopo passò ai giardini, trasformando gli innocenti orti dei frati in un fantastico impianto verde ove, tra siepi di bosso, fiori rari, statue e pergolati, si rievoca il mito d'amore di Polifilo e della sua ninfa. Ultimato così il recupero della "città sacra", Buzzi passò ad edificare la sua "città profana", che chiamerà "La Buzziana" e che inizia a sorgere al termine del giardino, sfruttando un vasto anfiteatro naturale. Appare come una bizzarra e sconvolgente cittadella edificata in tufo, che sembra modellate come i castelli che si fanno in riva al mare. Gli edifici sono collegati tra loro da quinte teatrali vere e proprie (scene, gradinate, grandi vasche) realizzate sul rilievo del terreno e sostenute da poderosi muri di tufo.
La Buzziana appare proprio una città profana, sovraccarica com'è di riferimenti e citazioni: ovunque vi sono impressi motti, monogrammi e simboli indecifrabili. Concepita in base ad un personalissimo neo-Manierismo, la cittadella presenta forme sconcertanti e complesse: vi abbondano scalinate e scalette, modi espressivi "alla rustica", bassorilievi di mostri, statuine, figure fitomorfe "alla Arcimboldi" senza alcun richiamo all'architettura. C'è un affastellarsi di edifici e monumenti che ha del miracoloso: strutture circolari come osservatori astronomici arabi, costruzioni zoomorfe, tebaidi e pozzi di meditazione, luoghi di rappresentazione e templi di culti pagani con la torre di cristallo, che pare, invece, il pinnacolo di una cattedrale gotica.

E lì in mezzo, durante la visita guidata dal nipote di Buzzi, mi sono perso a disegnare alcuni scorci incantati, meravigliandomi dei mille giochi fatti di tufo, dei muri, dei buchi delle ombre e delle luci in cui gli occhi si perdono, come probabilmente voleva l'architetto surrealista che ha concepito questo luogo metafisico.


La Scarzuola - Fabro - Umbria
Acquerello e matita
20 marzo 2011

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